25Aprile Viva i Partigiani-quelli Veri che combattono in Ucraina oggi.
La dibattuta posizione dell’ANPI sulla guerra in Ucraina: l' associazione partigiana fa discutere per le dichiarazioni giudicate assai morbide con la Russia e per il manifesto "25 Aprile 2023 LIBERIAMOCI dalla guerra ...con la Costituzione".
Oltre che dai palchi della politica, anche sui social, come nel caso di questo forte contributo pubblicato su Facebook da IVANA, che riportiamo integralmente, la critica monta, come giustamente un anno fa dopo Bucha, anche in questi giorni in concomitanza della commemorazione del 25 Aprile. "..LIBERIAMOCI dalla guerra ...con la Costituzione"? In Italia fu la guerra civile arma in pugno, vinta sui nazifascisti, a portare una Costituzione repubblicana e democratica!
VIVA il XXV APRILE.
VIVA I PARTIGIANI - QUELLI VERI - CHE OGGI COMBATTONO IN UCRAINA
Non furono la maggioranza degli italiani quelli che, dopo l’8 settembre ’43, decisero di combattere, di opporsi con le armi agli occupanti nazisti e ai loro alleati fascisti.
Il movimento resistenziale fu militarmente poco rilevante (non furono i partigiani a decidere le sorti della guerra), ma risultò politicamente fondamentale. Da quando si manifestò, il mondo ebbe modo di constatare che non tutti gli italiani erano fascisti e che una parte del Paese era disposta a morire combattendo per la libertà.
I partigiani - che fossero socialisti, comunisti, popolari, azionisti, liberali, che provenissero dalle fila dell’esercito sconfitto, che fossero repubblicani o monarchici/badogliani - si organizzarono militarmente; molti di loro imbracciarono le armi, tutti chiesero agli eserciti alleati armi e munizioni, equipaggiamento e supporto.
Il movimento partigiano costruì una rete clandestina che fece propaganda, che operò affinché si organizzassero scioperi e sabotaggi, che agì con operazioni militari e ottenne anche rilevanti successi, occupando e liberando territori più o meno vasti del nord Italia per periodi più o meno lunghi.
Tutto ciò avvenne grazie all’uso delle armi. Ovviamente.
C’è bisogno di dirlo? Di ripeterlo? Queste cose si studiano a partire dalle scuole elementari e medie. E la Repubblica e la Costituzione nascono dalla Resistenza. Che fu armata, non 'pacifista'.
Qualche mese fa, sulla pagina dell'amica FB Ale Arcadu , ho trovato questo brano di Gāndhī tratto da un libro intitolato 'Antiche come le montagne', uscito in Italia nel 1963, edito da ‘Edizioni di Comunità’. Il volume è una raccolta di brani scelti del Mahatma Gāndhī, promossa dall'Unesco nel 1956 per commemorare la sua vita e il suo pensiero.
Vorrei tanto che quelli che si definiscono ‘pacifisti’ leggessero le parole di quel guerrafondaio che passò alla storia come la quintessenza e il massimo teorizzatore e attuatore della cosiddetta ‘dottrina pacifista’.
Sulla nonviolenza.
"La mia fede nella nonviolenza è una forza estremamente attiva.
Non lascia posto alla viltà e neppure alla debolezza.
Vi è speranza che il violento diventi un giorno nonviolento, ma per il vile non ve n'è alcuna. Perciò ho detto più volte che se non sappiamo difendere noi stessi, le nostre donne e i nostri luoghi di culto con la forza della sofferenza, vale a dire con la nonviolenza, dobbiamo almeno, se siamo uomini, essere capaci di difendere tutto questo combattendo.
Rischierei mille volte la violenza piuttosto che la distruzione di tutto un popolo.
La mia nonviolenza non ammette che si fugga dal pericolo e si lascino i propri cari privi di protezione.
Tra la violenza e una fuga vile, posso soltanto preferire la violenza alla viltà. Non posso predicare la nonviolenza ad un codardo più di quanto non possa indurre un cieco a godere di visioni piacevoli…
Non conoscendo la sostanza di cui è fatta la nonviolenza, molti hanno onestamente creduto che fuggire sempre dal pericolo fosse una virtù paragonabile a quella di opporre resistenza, soprattutto quando questa comportasse pericolo per la vita.
Come insegnante di nonviolenza devo, per quanto mi è possibile, mettere in guardia da una credenza così meschina”.
Mohāndās Karamchand Gāndhī
Il fatto è - cari ‘amici pacifisti', cari
‘resistenti’ iscritti all’ANPI, cari 'VIP' che firmate sconci appelli per disarmare gli ucraini e permettere a Putin di dettare le regole del gioco, facendosi così beffe del Diritto Internazionale - che Gāndhī, oltre ad essere una grande anima, era una persona intelligente.
Era troppo intelligente per non comprendere che la teoria della nonviolenza si deve arrestare di fronte a chi offende, massacra, bombarda, stupra, deporta.
Si dovrebbe dare per scontato che Adolf Hitler non lo si poteva fermare con bandierine, inviti alla trattativa, appelli alla sua bontà d’animo. Che Auschwitz finì di esistere solo quando gli alleati sconfissero MILITARMENTE le armate naziste.
La guerra, le morti, non terminarono che in questo modo.
Per Hitler, per quelli come lui - per Putin e altri cento criminali - l’unica risposta possibile, l’unica risposta eticamente accettabile, è combatterli in tutti i modi - con le ARMI, se occorre -, sconfiggerli, porre fine ai loro crimini.
Che sono crimini contro l’Umanità.
“La neutralità favorisce sempre l'oppressore, non la vittima. Il silenzio incoraggia sempre il torturatore, mai il torturato”.
Queste parole sono di Elie Wiesel (1928/2016 - deportato nel campo di Auschwitz nel maggio ’44 e trasferito poi a Buchenwald), scrittore, docente, attivista politico, premio Nobel per la Pace nel 1986.
Cari 'amici pacifisti/nonviolenti', cari militanti dell’ANPI e di consimili aggregazioni, voi siete la manna per i regimi di Stalin, Hitler, Pol Pot, Putin… Di fatto voi colludete, prolungate, se non addirittura favorite, le efferatezze del macellaio di turno.
Cari 'amici pacifisti' siamo NOI che odiamo la guerra e che amiamo la pace. Pace che non esiste senza giustizia.
Siamo NOI, al fianco del popolo ucraino che resiste, a ritenere inaccettabile e immorale che non si riconosca a chi è offeso il diritto di difendere se stesso, la propria famiglia, la propria terra.
NOI amiamo la pace e il diritto.
Voi siete interessati solo a ripulirvi la coscienza.
Il manifesto dell’ANPI di convocazione del corteo del XXV aprile - ridondante di appelli a una genericissima 'pace' - lo relego di sotto, in un commento. A distanza.
In quel giorno di aprile, il 25, gli alleati IN ARMI e i partigiani ARMATI costrinsero definitivamente alla resa i nazifascisti ancora presenti sul territorio italiano.
Non è grottesco che si debba ricordare a chi si definisce 'partigiano' questo semplice dato di fatto?
Il manifesto dell’ANPI volevo metterlo accanto agli altri due, ma poi ho pensato che li avrei sporcati affiancandoli a quello redatto da quegli epigoni surreali, quelle ridicole figure, quella combriccola di ipocriti e cinici che si autodefiniscono ‘resistenti’ e ‘nuovi partigiani’.
In quel loro manifesto non ha trovato posto una - diconsi una - bandiera ucraina. La bandiera di un popolo intero che si è stretto attorno al proprio Presidente e che sta conducendo un’eroica resistenza all’invasore ('...all'invasore...'. Ricordate? 'Bella ciao...').
Se tra di voi ci fossero ancora dei veri partigiani, non avrebbero dubbi su quale sia la parte giusta. Non avrebbero un solo momento di esitazione nel difendere anche con le ARMI il proprio Paese e le proprie famiglie. Vi ricordo, poi, che è implicito, perché inscritto nel nome - PARTI/giano -, che chi si definisce tale non può essere neutrale. Treccani: "partigiano - di parte... Chi parteggia, chi si schiera da una determinata parte...". Quindi, schierarsi, per chi si definisce 'partigiano' è d'obbligo. Altro che "Tacciano le armi...".
Le armi che devono tacere sono quelle russe. Punto!
Quelli che imbracciavano il fucile contro i nazifascisti erano i partigiani di allora.
Gli ucraini, che difendono le loro case sono i partigiani di oggi.
Voi no! Voi non siete partigiani.
VIVA IL XXV APRILE, dunque, quello di Mattarella, Segre, Smuraglia (presidente onorario ANPI, che è morto il maggio scorso - lui sì partigiano), del sindaco di S. Anna di Stazzema ("In imbarazzo per l'Anpi. Bucha eravamo noi").
Il XXV aprile dei veri partigiani. Degli eserciti alleati, degli americani, dei polacchi, della Brigata Ebraica. Di quel pezzo di Paese che non ebbe dubbi nel combattere, con le armi fornitegli dagli americani e dagli alleati, l’oppressore e l'invasore di quegli anni.
VIVA LA RESISTENZA DEL POPOLO UCRAINO, che combatte con le armi l’invasore di oggi: il nazional socialismo della Russia di Putin.
LA LOTTA DI ALLORA È LA RESISTENZA UCRAINA DI OGGI!
Pubblicato: 24/04/2023