N°13/2010 Registro Stampa Trib.di Roma il 19/01/2010 - Direttore Responsabile: Giulio de Nicolais d'Afflitto.
NUMERO 166° Novembre 2024 Anno XIV°  

Fino a che punto sono vere le critiche al prof. Giuseppe Conte, candidato al ruolo di Premier dalla Lega e dal M5S?

 Abbiamo chiesto al nostro collaboratore da Varsavia, il prof. Leonardo A. Losito, che ha studiato ed  insegnato anche negli USA oltre che alla Link Campus University di Roma ed al Collegium Civitas di Varsavia,  che idea si e' fatto della polemica stampa divampata in questi giorni sul CV del prof. Giuseppe Conte,  candidato al ruolo di Premier dalla Lega e dal M5S.

Fino a che punto sono vere le critiche al prof. Giuseppe Conte,  candidato al ruolo di Premier dalla Lega e dal M5S?

 

D. Quanto rilevanti sono le querelles scatenate dal corrispondente da Roma del New York Times sul curriculum del prof. Conte?

R. A prima vista si tratta secondo me di riflettere sulle parole, perche' sono questi gli strumenti che si usano nella stampa e che vanno sempre soppesati bene. Nel CV del Prof Conte si legge "perfezionamento degli studi giuridici" presso diverse Universita' tra cui la New York University "dal 2008 al 2012". Nel suo articolo Horowitz traduce " perfected and updated his studies" che non e' proprio la traduzione corretta di "perfezionamento" per quel che si intende in lingua italiana.  Poi aggiunge che una impiegata dell'ufficio stampa  della Faculty of Law  di NYU (Michelle Tsai) ha risposto alla sua richiesta di conferma che nei suoi registri il nome di Conte non risulta ne' come studente ne' come membro della Facolta' di Legge: "A person by this name does not show up in any of our records as either a student or faculty member". Ora io mi chiedo: possibile che all'articolista non risulti che negli Stati Uniti (come altrove) e' possibile seguire lezioni, seminari e pubblici incontri tematizzati da semplici  uditori, discutere con colleghi come il prof. Mark Geistfeld o fare ricerche in biblioteca, senza alcun bisogno di registrarsi formalmente? 

D. E cosa comporterebbe questa Sua precisazione?

R. Semplicemente che l'assenza di una presenza tracciabile non significa di per se' motivo sufficiente e benessario per gridare allo scandalo.  Le registrations riguardano  gli studenti regolarmente iscritti alla Facolta' (e si chiedono per poi verificare se siano o meno a posto col pagamento delle rette d'iscrizione = in inglese tuition and fees per l'anno accademico in corso, ai fini della valutazione curricolare ed in vista di esami. A Conte per poter assistere serviva solo un permesso informale perche' a quella data (dal 2008 al 20012) egli non poteva essere e non era ne' uno studente, ne' un ricercatore e neppure un dottorando di nazionalita' straniera, dal momento che era gia' in possesso da anni sia dell'idoneità a professore associato di Diritto privato (2000) che di quella a professore ordinario (2002) per la medesima disciplina.

D. Professore, va bene che Lei e' stato un NYU Fulbrighter ed un Salzburg fellow in American Studies, ma non e' che stia facendo ora  Lei giornalisticamente le pulci al responsabile dell'Ufficio Romano della famosa testata statunitense? 

R. Essere precisi ed accurati e' un obbligo per qualsiasi giornalista professionista, come per un semplice freelance. E mi sentirei di aggiungere, sia che si scriva sul New York Times che sul bollettino parrocchiale di un qualsiasi paesino del profondo Sud. Si tratta di metodo e di correttezza, specie se si considera che l'articolista in questione e' noto e seguito sia da noi che oltre oceano per le sue non infrequenti prese di posizioni critiche (in inglese si direbbe biased, cioe' abbastanza di parte) verso le compagini politiche che hanno espresso la candidatura del prof. Conte a Premier, in un passaggio istituzionalmente delicatissimo  dei nostri esiti post-elettorali. In democrazia e' sacrosantamente lecito esprimere opinioni senza sconti per nessuno: un esempio di scuola e' il ruolo decisamente anti-Trump svolto dal New York Times nelle ultime elezioni presidenziali americane. L'ultima parola pero' l'hanno detta gli elettori nelle urne.

D. Lasciamo per un momento da parte l'inevitabile uso politico di questa vicenda. Se le chiedessi cosa avrebbe fatto Lei, cosa mi risponde?

R. Ognuno e' libero di scrivere a suo modo e di esprimere le proprie simpatie di testata. Ma mi chiedo: non sarebbe stato piu' facile chiedere direttamente all'interessato  maggiori dettagli sulle sue frequentazioni di studio nelle citate Universita'? Ad un buon giornalista investigativo sarebbe bastato incrociare le risposte ottenute con una verifica piu' ampia e approfondita che la semplice domanda ad una responsabile di un ufficio stampa che ha fornito solo i dati burocratico-amministrativi in suo possesso. Per poi eventualmente inchiodarlo su basi piu' concrete e fattuli prima di passare il pezzo. Magari si sarebbero potuti sentire altri docenti di quel campus o sondare nel merito semplici  frequentatori di quell'area tematica di quella o altre universita' in grado di asseverare quanto dichiarato da Conte nel CV. Oggigiorno  si puo' dialogare a distanza anche twittando: molto dipende dall'autorevolezza di chi si esprime: tanto per fare un esempio, sul caso si e' fatto sentire da Oslo il prof. Mads Andenas che non solo e' noto anche in Italia come specialista del settore, ma ha usato parole tanto inequivocabili quanto condivisibili: i professori studiano in biblioteca e per tali soggiorni spesso usano le vacanze estive, e non sono ne' staff ne' students.

D. Insomma, per farla breve, secondo Lei tanto rumore per nulla?

R. Non ho detto questo. Anzi, osservo che la frittata mediatica e' stata scodellata ed il caso e' divenuto internazionalmente virale ovvero, come si dice in gergo yankee, si sa cosa succede  quando the shit hits the fan. Senonche' ,la questione attenzionata e' di notevole sensibilita', perche' qui non si sta parlando di presunte incongruenze, misteri o sottili dettagli curricolari di un accademico che (piaccia o no) risulta essere stato (dal 2006) condirettore dei Corsi di perfezionamento e specializzazione sul nuovo diritto delle telecomunicazioni tenuti dalla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Firenze e patrocinati dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Qui pero' non si tratta di dispute accademiche sui criteri di valutazione usati dalla commissione per un concorso universitario, quanto piuttosto dell'esecutivo caldeggiato da Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che non sono certo soggetti a pareri, proposte o mozioni del CUN (il Consiglio Nazionale Universitario), quanto piuttosto alla fiducia loro espressa dagli elettori ed alle competenze costituzionali del Quirinale.

 

Pubblicato: 23/05/2018
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