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Medina Roma: Nos Folies, Valerie Honnart, Online Contemporary Art Exhibit dal 22 al 30 Maggio 2020
Event Web Page: www.medinaroma.com/events/nos-folies-di-valerie-honnart/
Nos Folies di Valerie Honnart, Online Contemporary Art Exhibit dal 22 al 30 Maggio 2020 sui canali web & social della galleria d’arte Medina Roma. Le opere in catalogo (che vanno dal 2005 al 2019) costituiscono una prestigiosa serie alla seconda exhibit. Già lo scorso Settembre 2019 infatti la medesima è stata in mostra presso la Fondazione Culturale dell’Ermitage presieduta da Martine Boulart. Invitiamo tutti a seguirci sulle nostre pagine Facebook (www.facebook.com/medinaroma.arte) ed Instagram (instagram.com/medinaroma.arte).
Valérie HONNART è un’artista complessa, fuoco che arde sotto la pittura. In una dialettica interna tra sostrato e soggetto, sembra riattivare sotto un cielo di tela carbonizzata, o di legno e di seta, il nitore febbrile di impatti esistenziali che l’hanno colpita. Così nella sua pittura si produce una collisione permanente tra vissuti mnesici che l’artista interiorizza, lascia fermentare – “ricordi di luce come falene incollate contro la finestra interiore” – medita e mitizza.
Dalla profondità di un’opera può affiorare ad ogni istante un’anima inquieta, una memoria insepolta, che Valérie Honnart convoca attraverso mitologie personali e collettive, anche con i suoi titoli: “Stelle danzanti”, “Gli orchi”, “Lavare le ombre”, “Furiosa”, “Abissi dove sibila il silenzio”, “Equilibrio instabile”, “Falling stars”. Gli archetipi si succedono, in bilico tra sacralità e legge di gravità nel senso di giustizia. Ma anche di giustezza, fondatezza e punizione. C’è in quest’artista, sensibile agli scritti di Emmanuel Levinas, la medesima volontà di rappresentare la “nudità umana” nel suo dritto e rovescio, con la sua oscurità e la sua possibile redenzione, la sua imperfezione tragica e il suo desiderio di elevarsi arrampicandosi su un albero, scalando una montagna, cercando un’isola. La pittrice fa della sua tela l’occhio del ciclone in cui viene messa in orbita tutta la natura umana fatta d’argilla e di divino. Non c’è da stupirsi dunque che per questa mostra Valérie Honnart abbia scelto di lavorare sulla continuità di questa ambivalenza cielo/terra, appellandosi alle Erinni, divinità femminili dalle lacrime di sangue, incaricate di proteggere gli innocenti e di perseguitare i criminali. Fino a renderli folli affinché riconoscano la loro colpevolezza. Dal fondo dei loro nidi ctoni rappresentati da Valérie Honnart, le Erinni aspettano di essere chiamate al presente.
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