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Pasqua 2013 - Papa Francesco: «Pace a tutto il mondo e basta schiavitù»
In 250 mila hanno partecipato alla Celebrazione Eucaristica, come alla Benedizione impartita, secondo Tradizione, “Urbi et Orbi” dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro.
di Patrizio Imperato di Montecorvino
I riti, celebrati e vissuti nel corso della settimana santa, conclusi poi con la benedizione di Papa Francesco, impartita dalla Loggia della Basilica di san Pietro, “Urbi et Orbi”, ancora ci accompagna nel cuore e nella mente, come per i 250.000 astanti, partecipi del Suo gioioso annuncio nella Memoria Liturgica del « Cristo risorto… passaggio dalla schiavitù a libertà». Temi ancora attuali poiché non mancano le mai derubricate informazioni che provengono tuttora da fatti di dolori e sciagure che sono proprio il frutto di malvagi azioni legati a interessi degni del loro dio. Infatti, Papa Francesco, “Ordina” lo Stop a Mercanti di Schiavi e droga e pone una condizione: accogliamo la grazia della misericordia di Dio, lasciamo che la potenza del Suo amore trasformi anche la nostra vita e diventiamo strumenti della misericordia…per far fiorire la giustizia e la pace […] Pace a tutto il mondo ancora così diviso dall’AVIDITA’ di chi cerca facili guadagni, ferito dall’Egoismo, da chi continua la tratta di persone: la schiavitù più estesa del XXI secolo. Pace a tutto il mondo dilaniato dal narcotraffico e dallo sfruttamento iniquo delle risorse naturali. Solo l’accoglienza di un messaggio realistico potrà comportare la giusta sfida per l’uomo che per quanto iniquo ancora gli rimane il senso dell’empietà e, forse, lo si potrà riconoscere quale essere ancora degno di appartenere alla specie umane e dunque ai valori dello spirito e conseguenti virtù da ri-educare, formare, sviluppare e attuare in quella visione mistica che fu di molti grandi peccatori poi convertiti ed ora canonicamente ammessi alla venerazione della chiesa universale, dunque, il Santo Padre ci ricorda che «L’amore di Dio può trasformare la nostra vita, far fiorire quelle zone di deserto che ci sono nel nostro cuore. Lo stesso amore per cui il figlio di Dio è andato fino all’abisso della separazione da Dio, questo stesso amore misericordioso ha inondato di luce il corpo di Gesù, lo ha trasfigurato lo ha fatto tornare nella vita eterna». Inoltre, «Gesù è l’esodo il passaggio dell’uomo dalla schiavitù del peccato, del male, alla libertà dell’amore, del bene. Perché Dio è vita, solo vita, e la sua gloria siamo noi, l’uomo vivente. Cristo è morto e risorto una volta per sempre e per tutti ma la forza della resurrezione - questo passaggio dalla schiavitù del male al bene - deve attuarsi in ogni tempo negli spazi concreti della nostra vita, ogni giorno. Quanti deserti ancora l’essere umano deve attraversare. Soprattutto il deserto che c’è dentro di lui quando manca l’amore di Dio e per il prossimo. Ma la Misericordia di Dio può far fiorire anche la terra più arida, può ridare vita alle ossa inaridite». Grande sarà la pace che molti popoli potranno gustare, come augurato anche da papa Francesco a quei popoli le cui terre sono ancora bagnate dal martirio dei suoi molti uomini, donne e bambini inermi ed esausti,come da implorato augurio dello stesso pontefice, ovvero, di ritrovare in Cristo la vera Pace, poiché: solo attraverso di Lui possiamo implorare la pace per il mondo intero: pace per il Medio Oriente, in particolare tra israeliani e palestinesi, che faticano a trovare la strada della concordia, affinché riprendano con coraggio il negoziato per porre fine a un conflitto che dura ormai da troppo tempo. Pace in Iraq e per l’amata Siria, per la sua popolazione ferita dal conflitto e per i numerosi profughi». Infatti, aggiunge: «Quanto sangue è stato versato e quante sofferenze dovranno essere ancora inflitte prima che si riesca a trovare una soluzione politica alla crisi?». Quindi ha auspicato la «pace per l’Africa, ancora teatro di sanguinosi conflitti. Pace per il Mali affinché ritrovi stabilità. Pace per la Nigeria dove purtroppo non cessano attentati che minacciano vite di innocenti e tanti, anche bambini, sono tenuti in ostaggio dai terroristi. Pace nell’Est della Repubblica del Congo e nella Repubblica Centrafricana. Pace in Asia, soprattutto nella penisola coreana perché superino le divergenze e maturi un rinnovato spirito di riconciliazione».
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