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Decreto Legge Rilancio. Intervista a Maurizio Fortili Responsabile FdI Commercio e Attività Produttive Regione Lazio.
Secondo lei le misure messe in campo dal Governo con l’ultimo decreto sono misure efficaci? Serviranno a dare un aiuto concreto agli imprenditori, alle aziende, al commercio , possono servire al rilancio dell’economia?
Assolutamente no! Sono tutte misure spot! Interventi per la maggior parte dei quali non esiste ad oggi una vera copertura finanziaria e che comunque dovranno affrontare sostanziali rallentamenti in fase di attuazione dovuti alle tante norme d’origine burocratica. I problemi riscontrati, riguardo alla concessione dei prestiti sia dei 25,000 euro per non parlare di quelli d’ammontare superiore, così come quelli evidenziati riguardo agli anticipi sulla cassa integrazione, sono prove evidenti di un sistema amministrativo e burocratico troppo complesso, inefficiente, vecchio e certamente non adeguato a far fronte a situazioni che richiedono eccezionale rapidità d’azione!
Oltretutto non vedo in quel che si è messo in campo fin'ora alcun intervento di politica economica di ampio respiro!
Cosa intende?
Se lei domanda a chi fa impresa, ad un commerciante , cosa è che più incide negativamente sull’economia della propria azienda le dirà certamente l’eccessiva pressione fiscale! Pressione che in alcuni casi, includendo tasse locali può arrivare, sul totale dei ricavi, a superare il 60%. Se ci si mette anche il costo della burocrazia il tutto diviene davvero un fardello non sopportabile, specie in una fase di congiuntura avversa come quella riscontrata negli ultimi anni e che si è ora drammaticamente aggravata con le necessarie norme restrittive riguardo al commercio, all’imprese ed a tutte le attività produttive, adottate per combattere la pandemia.
Vede oggi viviamo nell’era della globalizzazione! E’ il mercato dei capitali e degli investimenti! Chi vuole investire, aprire delle attività , ha libera scelta sul dove farlo! Ovvio che un imprenditore avveduto, se non è condizionato da motivi diciamo patriottici, decide di investire lì dove è più facile dal punto di vista burocratico e dove il livello di tassazione è più conveniente, minore.
Per questo un alto livello di tassazione nel tempo non fa che impoverire una nazione, infatti non si attraggono più sul mercato internazionale dei capitali investimenti esteri ed al contempo imprenditori nazinali delocalizzano.
Questo è il problema principale dell’economia italiana oggi: l’eccessivo, non più sostenibile livello di pressione fiscale.
Se non lo si abbassa drasticamente e subito, ci aspetta un futuro assai nero , calcolando che nei prossimi mesi si accenderà, alla ricerca di una rapida ripresa economica, una fortissima concorrenza commerciale, industriale, produttiva fra gli stessi Paesi della comunità europea e non.
Del resto rimane sempre più evidente come già da qualche tempo nello stesso contesto della comunità europea non conti più il principio di solidarietà fra i paesi membri ma quello della competizione interna.
Oggi a livello internazionale vince il Paese che offre livelli di tassazione più appetibili, bassi come l’Olanda e chi ha una organizzazione industriale efficiente , moderna, vantaggiosa, come la Germania.
Quindi qualsiasi misura possa mettere in campo il governo non potrà mai essere risolutiva in funzione del superamento della crisi ed in prospettiva di una sostanziale e stabile ripresa economica, se non si mette mano ad una reale riforma della fiscalità. Si riprende nulla se non si abbassano le tasse , anzi si continua a correre verso il baratro!
Certo è una decisione importante, che richiede coraggio e che certamente a livello di Unione Europea verrebbe osteggiata, quella di introdurre una FLAT TAX diciamo al 15%. Osteggiata perché riproporrebbe l’Italia come concorrente nei già accennati mercati finanziari e di capitali dove, uscita l’Inghilterra, Olanda, Germania, Francia e Austria, fanno da padroni.
Molti si oppongono con la solita tiritera che con un debito pubblico così alto come il nostro non è possibile abbassare le tasse! Io penso che questo invece sia un motivo in più per farlo. Se non si produce ricchezza sufficiente ci si indebita! E questo è quello che è avvenuto all’Italia. Burocrazia asfissiante, tasse altissime oltre che far fuggire via risorse finanziarie ed investitori, hanno inoltre reso difficilissimo l’accumulo di capitale. Non si innova perché manca il denaro per farlo! Non ci si espande per gli stessi impedimenti di sistema. Si deve offrire la possibilità a chi fa impresa d’incrementare il proprio capitale, di aumentare i guadagni e questo va fatto non a scapito delle retribuzioni ma, torno a dirlo , diminuendo gli oneri fiscali. Oggi, è la verità! Molti sono costretti ad evadere le tasse per sopravvivere.
Tutti sarebbero quindi felici di pagare solo il 15% di tasse ed a quasi nulla si ridurrebbe l’evasione, specie se punita con pene serie e certe. Alla fine, dopo un paio d’anni di assestamento le entrate dello Stato aumenterebbero di molto in confronto alle odierne, basta tener conto oggi dell’enorme ammontare l’evasione.
Lo stato da parte sua dovrebbe attuare una vera opera di riduzione delle spese, non nel comparto sanitario ma in quello burocratico ed amministrativo. Modificare il codice degli appalti, perseguire con efficacia la corruzione nei settori della pubblica amministrazione, avviare una riforma strutturale del sistema bancario e creditizio,
Insomma questo è il momento di mostrarsi decisi e risoluti a tutti i livelli ed ad ogni tavolo! Quello delle scelte vere, forti, coraggiose! Di mettere sul piatto idee, progetti, programmi seri ed ambiziosi, di ampio respiro, che guardino al futuro! Questo è il momento della politica con la P maiuscola , non più quello della sudditanza agli interessi di altre nazioni, ne di scelte atte ad assicurarsi solo una mera sopravvivenza!
Veniamo al commercio a Roma. Lei è stato il promotore per Fratelli D'Italia di una importante delibera che verrà presto discussa in Consiglio Comunale, riguardante un settore rilevante per una città turistica come la nostra, quello della somministrazione, della ristorazione?
Si!. Le norme emanate in materia di sicurezza a causa della pandemia prevedono il distanziamento sociale. Per quanto riguarda i ristoranti ed i bar si è quindi drasticamente limitata la recettività interna ed esterna prevedendo un distanziamento dei tavoli dove sedersi di almeno 2 metri e di un metro fra persona e persona. Si è parlato addirittura di 4 metri quadri a persona. Il che vorrebbe dire permettere in 100metri quadri posto a sedere per non più di 25 persone. Cosa economicamente insostenibile per tutte le attività del settore. Abbiamo chiesto quindi nella delibera, scritta con la collaborazione del Capogruppo di Fdi in Comune, Andrea de Priamo, per prima cosa di sospendere tutti i piani di massima occupabilità, quelli già posti in esecuzione e quelli ancora da approvare, che comunque prevedevano una generalizzata diminuzione delle occupazioni all'esterno delle attività, altresi di permettere un aumento di quest'ultima rilevante, fatto salve le norme minime di sicurezza, questo per compensare in qualche modo la perdita di capacità accoglitiva che le norme anti pandemia richiedono. Per permettere alle attività di sopravvivere in questo momento d'emergenza.
In fine! Europa si? Europa no?
Certamente non questa Europa! Certamente nessuna sudditanza politica ed economica! Difesa strenua degli interessi nazionali!
Personalmente sono per un' Europa Federale fatta di Stati autonomi e sovrani.
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