N°13/2010 Registro Stampa Trib.di Roma il 19/01/2010 - Direttore Responsabile: Giulio de Nicolais d'Afflitto.
NUMERO 166° Novembre 2024 Anno XIV°  

Dalla Verità della Concordia un Dialogo giustificativo di promettente…unità

Dalla Verità della Concordia un Dialogo giustificativo di promettente…unità

Patrizio Imperato di Montecorvino.

  A seguito della visita del Presidente delle Chiese Evangeliche in Germania, Nikolaus Schneider, giunto a  Roma dal 6 al 9 aprile scorso, ha  incontrato sia Sua Santità Papa Francesco che il Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei Cristiani, S. Em. Rev.ma il Card. Kurt Koch e S. Ecc. l’arcivescovo Mons. Gerhard Ludwig Muller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Nel corso di questo incontro privato, fra i pochi ma importanti argomenti trattati, sembra sia emerso anche quello dell’anniversario della Riforma (inizio ufficiale, che coincide con la pubblicazione delle 95 tesi da parte di Martin Lutero, affisse, secondo il resoconto di Filippo Melantone, sulla porta della Cattedrale di Wittenberg, mercoledì 31 ottobre 1517) che si commemorerà nel 2017: “Questa ricorrenza della Riforma non vuole essere un appuntamento puramente tedesco e non vuole neanche mettere in risalto Lutero come eroe ma anzi vuole celebrare il ritorno al Vangelo e questa è una cosa che riguarda tutti i cristiani quindi include anche i cattolici.” Tale argomento è lo stesso trattato anche nell’incontro avuto con S. Em. Rev.ma il Cardinale Koch, ovvero, di “trovare cioè il modo per poter festeggiare insieme, come le due Chiese possano stringere legami di collaborazione per questo anniversario.” Il Presidente Schneider ha inoltre annunciato che, per l’occasione, è stato anche proposto di esibire un concerto a Roma, proprio per sottolineare questo legame. E’ interessante ed oltremodo appropriato rinverdire il tema dell’unità, a partire da questo esplicito bisogno di una Cordiale e più reciproca contezza di “pacificazione”, quale significativa azione di senso e di chiarificatrice atto di intenti e concreti saperi, legato alla conoscenza sia teologica che cultuale, quale matura espressione di congiunzione tra l’Essere e il saper Essere nella tradizione cristiana. L’occasione di questa visita ci induce dunque ad una ri-visitazione della stessa trattazione e redazione di un importante documento, la cui realizzazione la si deve all’encomiabile qualità di dialogo, “instaurativo”, fra cattolici e luterani, che ha portato all’Atto di Dichiarazione congiunta sulla Dottrina della Giustificazione. Nella teologia cristiana la questione riguardante la giustificazione parte dal presupposto biblico che la creatura umana non è, nella sua attuale condizione, idonea rispetto ai criteri di giustizia stabiliti e rivelati da Dio stesso, perché essa è caratterizzata dal peccato. La creatura umana, così come essa si trova, non è accettabile agli occhi di Dio e, pertanto, ci si pone il problema di come essa possa tornare a diventare giusta di fronte a Dio, come essa possa essere riabilitata. Negli anni di Wittenberg la riflessione luterana sul rapporto tra Dio e uomo si fece sempre più intensa. Lutero vive una religiosità di tipo medioevale. Lutero non vive la crisi della religiosità tradizionale tipica di una cultura rinascimentale che non gli appartiene. Egli vive la fede come i suoi antenati. Si può dire che, forse senza volerlo, si trovò ad essere l’inconsapevole elemento catalizzatore di un enorme fenomeno di portata storica. Tra la fine del 1512 e l’inizio del 1514, Lutero provò l’esperienza della torre,Turmerlebnis:un’improvvisa rivelazione, cioè l’assioma fondamentale della religione protestante, come egli stesso ammise, gli venne in mente mentre leggeva e meditava sulla lettera di san Paolo Apostolo ai Romani, ed in particolare su alcuni passi, come i seguenti: poiché non c’è distinzione, tutti infatti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, essendo giustificati gratuitamente per la Sua grazia, mediante la redenzione in Gesù Cristo, che Dio ha esposto per espiazione col Suo sangue mediante la fede (cfr. Rm. 3, 23-25); poiché noi riteniamo che l’uomo è giustificato per mezzo della fede, senza le opere della legge (Cfr. Rm. 3,28); giustificati dunque per la fede, abbiamo pace con Dio, per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l’accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi e ci gloriamo, nella speranza della Gloria di Dio (Cfr. Rm. 5, 1-2). Lo studio della Bibbia, la preghiera e la meditazione lo aiutarono a pervenire a un intendimento diverso di come Dio considera i peccatori. Da qui, derivò l’idea che il favore di Dio non è qualcosa che si possa guadagnare, ma viene concesso per immeritata benignità a coloro che manifestano in Lui la loro fede. Nella teologia paolina, infatti, l’Apostolo sostiene che se noi avremo fede saremo giustificati da Dio per i meriti di nostro Signore Gesù Cristo. Dio, e lui solo, ci darà la grazia, la salvezza giustificandoci. E’ questo il punto centrale di tutta la dottrina luterana, egli intende giustificati in senso letterale (iustum facere), essere resi giusti da ingiusti che siamo per natura. La dottrina della giustificazione ha avuto dunque un’importanza fondamentale per la Riforma luterana del XVI secolo. Essa va considerata come l’articolo primo e fondamentale e, al contempo, la dottrina che governa e giudica tutti gli altri aspetti della dottrina cristiana. Essa è stata particolarmente sostenuta e difesa, nella sua accezione riformata e nel suo valore particolare a fronte della teologia e della chiesa cattolica del tempo, le quali sostenevano e difendevano da parte loro una giustificazione dagli accenti diversi. Dal punto di vista riformato, la giustificazione era il fulcro attorno al quale si cristallizzavano tutte le polemiche. Gli scritti confessionali luterani e il Concilio di Trento emisero condanne dottrinali che sono valide ancora oggi e che hanno effetto di separazione tra le Chiese. Per la tradizione luterana la giustificazione ha conservato tale particolare valore. Per questo motivo essa ha assunto fin dall’inizio un posto importante anche nel dialogo ufficiale luterano-cattolico. L’evento che dai tempi della Riforma portò a termine questo lungo dissenso, fu l’Atto di Dichiarazione congiunta circa la Dottrina della Giustificazione, (Gemeinsame Erklarung), da parte della Federazione Luterana Mondiale e della Chiesa Cattolica, il 31 ottobre del 1999, ad Augusta. Una delle ragioni che hanno permesso di portare a termine con successo il processo concluso con la ratifica da parte cattolica e luterana di detta Dichiarazione è stata la scelta di circoscrivere nella vasta area delle questioni controverse tra le due chiese un tema così importante, la dottrina della giustificazione, giudicato teologicamente maturo per poter passare dalla fase del confronto alla fase della ricezione ufficiale da parte delle chiese, grazie al consenso raggiunto attraverso il dialogo teologico. Questa strategia ha permesso di evitare che la decisione circa la validità dei risultati raggiunti e la loro ratifica fossero rinviate sine die, in attesa che anche tutte le altre questioni legate alla controversia storica tra Cattolici e Luterani fossero risolte. La procedura adottata ha dunque permesso alle Chiese di pronunciarsi in modo impegnativo su una questione specifica, senza tuttavia che questo abbia comportato un isolamento della tematica della giustificazione rispetto ad altri elementi della dottrina cristiana o che si sia dimenticata l’esistenza di altre questioni su cui permane il dissenso. Infatti, è evidente che l’ampio campo della concezione della chiesa, delle sue strutture ministeriali e dei sacramenti vede la presenza di questioni ancora aperte, che impediscano il ristabilimento della piena comunione. L’Atto fu firmato dal Presidente della Federazione Luterana mondiale, Christian Krause e dal Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei Cristiani, S. Em. Rev.ma Card. Edward Cassidy. Dagli accordi raggiunti nella Dichiarazione congiunta, riguardo alla Dottrina della Giustificazione, si può affermare che sia la Federazione Luterana Mondiale che la Chiesa Cattolica sono concordi sul fatto che, la comprensione della dottrina della giustificazione esposta in questa Dichiarazione mostra l’esistenza di un consenso tra Luterani e Cattolici su verità fondamentali di tale dottrina della giustificazione. A seguito di tale consenso vengono abolite le antiche condanne del Concilio di Trento. Le condanne delle Confessioni Luterane non colpiscono l’insegnamento della Chiesa Cattolica Romana così come esso è presentato in questa Dichiarazione. Le due parti in dialogo sono impegnate a continuare ed approfondire lo studio dei fondamenti biblici della dottrina della giustificazione. Esse ricercano inoltre un ulteriore comprensione comune della stessa dottrina, anche al di là di ciò che è trattato nella Dichiarazione Congiunta. Questo fatto ha dimostrato che sulla base del dialogo, pur privo da risolutive pretese ecclesiologiche, è  stato possibile raggiungere un grado di chiarificazione che ha portato, per entrambe le chiese, ad enunciare una comprensione comune su un tema che, per i tempi che furono, non fu approfondito, come dalla volontà, la grazia e la fede oggi hanno invece permesso tale comprensione di senso e parziale condivisione. Infatti, dal documento sulla Dichiarazione congiunta si esplicita che : questa dichiarazione non contiene tutto ciò che si insegna in ciascuna Chiesa sulla giustificazione; tuttavia essa esprime un consenso su verità fondamentali della dottrina della giustificazione, mostrando come elaborazioni che permangono diverse non sono più suscettibili di provocare condanne dottrinali. Il dialogo, sulla base del consenso raggiunto, deve continuare particolarmente su quegli argomenti che sono specifici nella Dichiarazione Congiunta, come per le questioni che esigono ulteriore chiarimento e proprio al fine di favorire l’Unità, stante il permanere di condivisibili differenze ma tuttavia restando pur sempre desti, pronti e capaci ad inibire ogni lapidario tentativo di terzi di “abortire” tale comunione di intenti è spirituali è intellettuali. Luterani e Cattolici continueranno, mi auguro, ad adoperarsi ancora in spirito ecumenico nella loro testimonianza comune per interpretare il messaggio della giustificazione in un linguaggio che sia adatto agli uomini dei nostri tempi e ai cristiani di Ieri, Oggi e Sempre per manifestare, in una forma nuova, i contenuti di una fede accolta e vissuta in obbedienza ai fedeli dettami trasmessi dagli apostoli e giunti fino ad oggi ai loro successori e condivisi da quanti, battezzati, ne vivono il discepolato sull’esempio delle prime comunità cristiane, testimoniando con ciò e secondo le proprie attitudini, costumi, culture e karismi, la propria fedeltà al Vangelo e dunque a Cristo Gesù vero Dio e vero Uomo, Signore della Storia e Re dei re. -

Pubblicato: 11/04/2013
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