Sonata a Quattro Mani di Lucia Modugno
A cura di Patrizio Imperato di Montecorvino
L’estate sta finendo …. e con essa le meritate ferie che ci salutano per il rientro che ci vedrà, oramai, catapultati nel quotidiano ritmo della vita romana. E’ vero pure che inizia, però, la stagione delle molte serate offerte da questa ulteriore realtà che contraddistingue i preparativi della vita sociale dei “salotti romani”, come i concerti, offerti in tutte le meravigliose salse delle rispettive tradizioni; la presentazione di saggi, romanzi e scritti che ampia l’orizzonte degli afferenti astanti. Fra le molte di queste realtà voglio, con l’occasione, omaggiare l’autrice del retorico romanzo in calce, che trova, nella prefazione della dott.ssa Maria Rita Parsi, la parsimoniosa attenzione per le modalità introspettive che emergono da questo romanzo che, a sua volta, è l’omaggio di una figlia alla memoria, ancora viva, di un trascorso vissuto con il padre, espressione di valenza morale e tempra di un uomo dedito ai valori della famiglia e della Patria, ma che ha, spesso, dovuto affrontare, ma con intelligente flessibilità, cultura e sensibilità, i tratti storici dei molti veri italiani residenti nelle regie colonie. Il suo intercorso di vita vissuta e condivisa, con l’uomo di eccellenza, vuole, con questo romanzo, condividerlo, commentarlo, gustarlo, ricordalo, amarlo, sviscerarlo e forse affinché qualcuno sappia magari emularlo seppur in una Italia assolutamente lontana; poiché, oramai, decaduta per le maglie di una democrazia della Sua degna “Repubblica”. Niente, più nulla è rimasto della Sua storia, dei Suoi valori, dei Suoi scienziati, dei Suoi letterati, dei Suoi poeti, dei Suoi educatori, dei Suoi politici, dei Suoi statisti e di tutto quanto poteva ancora rendere testimonianza di una Civiltà che oggi solamente fu e che mai più ritornerà (1). E’ un giudizio anche storico, e di certo non può che imbarazzare la rara sensibilità di qualche responsabile politico e/o leader religioso per aver contribuito a questo Suo immeritato ed ulteriore degrado, ma, in converso, rende testimonianza di quei valori dei nostri compatrioti che un tempo hanno ben saputo fare come hanno ben saputo reagire alle prime forme di ingiustizia subite. Infatti, si legge: << Quanta retorica! Ma soprattutto quanto “desiderio” celato da un più che facile “bel dire”! Oggi nel rileggermi sorrido divertito, ma vi assicuro, allora io vivevo un calvario >>. L’autrice, vive la sofferenza del padre, lo interpreta, poiché ne intuisce le sofferenze a tal punto da sentirle sulla sua pelle, facendole sue. In tutto il suo racconto si avverte: l’entusiasmo della prima giovinezza; l’incoscienza di voler testimoniare in prima persona un ideale patriottico; l’imbarazzo della prima maturità; la sofferenza delle prime delusioni; la felicità del vero amore; le avversità, che nella vita prima o poi ti presentano il conto. Solo l’amore può tendere, ad una tale immedesimazione, e perfettamente unirsi, in un altro << io >>. Comprensione di due anime così unite che si raggiungono oltre e fuori dal tempo e ciò per la marcata maturità affettiva che trovano, nel loro modulato baricentro, la forza per sostenersi, l’uno per Amore dell’altro. Similmente, mi viene alla mente le molte scene di vita rappresentate ne “La Vita è Bella” di Roberto Benigni. L’amore di un padre per un figlio che cela con coraggio il dramma dei rischiosi momenti perturbandoli però con intelligente entusiasmo e coraggioso discernimento di sentimenti, emozioni e timori il cui baricentro di riscontro è nell’amore di questo suo buon bimbo a cui riesce a celare le distorsioni brutali di una umanità in preda e trascinata nel buio dell’inferno portando con essa, ma ingiustamente, anche i figli, di una vita naturalmente degna e ordinata per essere, invece e per l’appunto, conosciuta, amata e condivisa nella pace della terra dei suoi padri e con tutti i suoi cari contemporanei. Ritornando al precipuo romanzo di Lucia Modugno, sembra d’obbligo non trascurare i particolari che seguono la storia degli avvenimenti politici, e non solo, di tutto un secolo. Un romanzo ricco di particolari situazioni, forse, grottesche ma anche passionali. Ricco di citazioni poetiche e di sentimenti romantici, di momenti anche tristi ma poi di rinascita. Grazie cara Lucia per questo dono, pegno del tuo amore per un uomo che ben distingueva un fine buono-vero da un fine buono-falso. Il futuro è nelle mani di quanti amano il presente, ma con responsabile partecipazione dell’essere e non solo dell’avere e, dunque, senza confondere la virtù della libertà con l’indebito libertinaggio.
(1) Cosimo Massaro, l’Italia nel cuore: http;//cosimomassaro.blogspot.com/2018/08/litalia-nel-cuore.html?m=0
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