EMERGENZA PRONTO SOCCORSO OSPEDALE SAN CAMILLO
In questi giorni l’Amministrazione dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini ha formalizzato la propria proposta contenente un piano di provvedimenti urgenti per contenere il sovraffollamento al Pronto Soccorso.
Vogliamo fare, come organizzazione sindacale, alcune considerazioni.
L'emergenza dovuta al sovraffollamento del P.S. ė sempre stata una criticità della nostra Azienda.
Rappresenta solo una raffigurazione derivata da una politica sanitaria regionale che, per far fronte al contenimento del Piano di Rientro, dovuto a folli gestioni amministrative precedenti e a una politica sanitaria miope, fortemente influenzata dai partiti e dai loro interessi, non ha saputo trovare soluzioni idonee per migliorare una problematica cronica come quella dei pronto soccorso della Capitale e del Lazio.
D’altra parte, se non sono sviluppati i progetti riguardanti l’incremento delle strutture territoriali, filtro fondamentale per ridurre i ricoveri negli ospedali, che considerata la drastica riduzione dei posti letto non possono neanche assolvere le normali attività d’elezione, implicando la drammatica situazione delle lunghe liste d’attesa anche per interventi sanitari importanti, crediamo francamente che non si andrà molto lontano.
Certamente Zingaretti e la sua Giunta, nonostante la grande fiducia degli elettori, ancora non hanno fatto vedere niente d’importante, solo tentativi, belle parole, impegni assunti in campagna elettorale, ma mai portati a compimento. E il Lazio non solo ha aumentato il suo deficit, ma realisticamente è la regione che rischia per prima il proprio fallimento.
Le aziende sanitarie, che si sono dovute adattare alle conseguenze prodotte dall’applicazione dei tagli lineari imposti dalla spending rewiew e da un Patto di Stabilità che non ha prodotto forme d’investimento per le Regioni a rischio default, non hanno potuto gestire nella migliore maniera i servizi dedicati all’emergenza.
Notizie giornaliere ci fanno sapere di situazioni drammatiche nei pronto soccorso, con cittadini che sostano ore per interventi in codici di gravità minore, a volte abbandonati sulle barelle delle ambulanze del 118, che potrebbero trovare migliore accoglienza e prestazioni sanitarie adeguate in strutture dedicate sul territorio, vedi Servizi di Prossimità, Case della Salute, Punti di primo intervento, cose delle quali si parla molto, ma che non si riescono a rendere concrete in misura appropriata ai bisogni di salute del cittadino. Non parliamo poi dell’organizzazione dei medici di famiglia per interventi in h 24 o dell’infermiere di famiglia, figura di cui si sono perse le tracce. Oppure dell’incremento dei CAD, con contestuale aumento di personale dedicato da trovare nelle aziende sanitarie e/o ospedaliere, vedi dipendenti che hanno particolari prescrizioni fisiche, con limitazione nei turni o altro.
Senza entrare in merito poi al capitolo speciale dedicato all’assistenza sanitaria ai pazienti non acuti, agli anziani, che giornalmente devono ricorrere al pronto soccorso per patologie che hanno bisogno di prestazioni differenziate, con interventi sanitari programmati, per non ricorrere sempre e soltanto al ricovero ospedaliero. Pazienti cronici che sostano in ospedale per troppi giorni.
Quindi posti letto pochi e occupati,
Tornando all’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini, nel piano aziendale previsto come parziale soluzione in merito al sovraffollamento del P.S. emerge esplicitamente la grande professionalità dei nostri operatori e il ruolo chiave che ricoprono nella gestione delle emergenze (secondi per il numero di accesso al P.S. oltre 90000 annui), o degli operatori che devono far fronte ai letti messi nei corridoi dei reparti, ma al tempo stesso con l’impossibilità di esaurire le richieste di assistenza che pervengono dall’utenza.
La nostra Organizzazione Sindacale, la F.S.I., condivide in parte il piano proposto, ma non può evitare di fare alcune osservazioni :
- L'apertura di un reparto a gestione esclusivamente infermieristica era già avvenuto, ma per motivi imprecisati (anche se procedeva egregiamente) fu chiuso. Quindi ci chiediamo: questa volta quanto durerà?
- L'apertura del reparto di medicina del pronto soccorso comporterà la riduzione dei letti di chirurgia (in osservanza delle linee guida Regionali) e questo provocherà delle criticità sulla gestione delle liste di attesa dei pazienti?
- Il personale che dovrà afferire ai due reparti sarà individuato su base volontaria? Con criteri democratici e trasparenti o come il solito secondo la tessera sindacale che ha in tasca?
- L'autorizzazione Regionale all’assunzione a tempo determinato di personale ė reale? E quali sono i tempi per attivare e terminare le procedure necessarie, tenendo conto che il problema ė attuale e immediato?
- Le prestazioni aggiuntive (se autorizzate) con quali fondi saranno contabilizzate? (certamente non con i fondi del disagio ci auguriamo…)
- I lavori di ristrutturazione quando inizieranno e quale sarà la loro durata?
Noi ci auguriamo che tutto questo non rappresenti un modo di prendere tempo nell’attesa di qualche miracoloso provvedimento che la Regione vorrà attuare, considerato che fino ad ora ha fatto solo proclami o inchieste su chi avesse fatto impunemente delle foto che testimoniavano situazioni assolutamente indecorose.
Dobbiamo garantire la sicurezza dei pazienti, ma al tempo stesso deve essere garantito agli operatori di prestare la loro opera in completa sicurezza e tranquillità. Ė giunto il momento che la Regione metta in campo risorse economiche, personale, adeguate ristrutturazioni e dia finalmente il via a una concreta espansione dei servizi territoriali.
Fatti, non parole. E anche con una certa urgenza.
Roma, 4 febbraio 2014
F.S.I.
Federazione Sindacati Indipendenti
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