L’Aeronautica Militare Italiana guida la NATO in Baltico
L’Aeronautica Militare Italiana guida per la prima volta la missione NATO di pattugliamento aereo del Baltico.
(Leonardo A. Losito)
Aprile 2015, frontiera baltica: aeroporto militare internazionale di Šiauliai. Con i quattro velivoli caccia intercettori multiruolo Eurofighter “Typhoon” rischierati in Lituania, l’Aeronautica Militare Italiana e’ gia’ al quarto mese di guida della missione NATO Baltic Air Policing per tutelare la sicurezza dei cieli di Estonia, Lettonia e Lituania.
A maggio avrebbe dovuto esserci una rotazione, con l’avvicendamento della presenza aerea di un altro Paese membro dell’Alleanza, per sopperire alla mancanza di aerei da combattimento delle tre Repubbliche Baltiche. Se non che, su esplicita richiesta formalmente avanzata dalle Autorita’ di Vilnius, dichiaratesi particolarmente rassicurate dalla presenza della nostra Forza Armata, il Ministro della Difesa Roberta Pinotti ha dato la disponibilita’ a prolungare di altri quattro mesi (fino ad agosto) la presenza dell’Aeronautica in Lituania.
Oltre ai piloti ed al personale tecnico italiano proveniente dal 4º Stormo di Grosseto, dal 36º di Gioia del Colle e dal 37º di Trapani-Birgi, il Colonnello Marco Bertoli (eccellente pilota intercettore esperto di questo tipo di missioni internazionali, proveniente dal Comando delle Forze Aeree da Combattimento di Milano) puo’ anche contare su un’ulteriore aliquota di uomini e mezzi. E precisamente, su altri quattro caccia MiG 29 provenienti dalla 23 Aerobase Tattica di Mińsk Mazowiecki, messi a disposizione dalla Polonia che, come noto, dal 12 marzo 1999 fa parte della NATO e dal 1º maggio 2004 dell’UE.
Tra i due Paesi e tra i rispettivi popoli, l’amicizia annovera citazioni testuali nei rispettivi inni nazionali ed arretra indietro nei secoli. A far data dall’epoca rinascimentale, in cui dal 1518 e per ben trent’anni fu splendidamente regina di Polonia la duchessa di Bari Bona Sforza, andata in sposa al re Zygmunt I il vecchio. Per arrivare agli anni del Risorgimento, in cui il garibaldino bergamasco Francesco Nullo combatte’ eroicamente nel 1863 a fianco dei polacchi insorti contro l’occupante invasore della Russia zarista, divenendo anche per i polacchi un indimenticato eroe nazionale. Cosi’ come l’Aeronautica Militare ha voluto lo scorso anno ricordare con una sentita cerimonia internazionale, i piloti polacchi che nel 1944 partirono dalla base di Brindisi per portare aiuti ai patrioti di Varsavia insorti contro i Nazisti.
La storia e la cultura, qui come forse piu’ che altrove, contano ancora parecchio. E nei cuori che battono sotto le uniformi, il solidale cameratismo aviatorio mantiene sempre una sua specifica valenza, anche sul piano del comando, coordinamento e controllo in teatri operativi di particolare sensibilita’.
Il reparto di volo polacco che ha trascorso in Lituania questa settimana santa in zona di guerra fredda baltica, fa oggi capo al Maggiore Grzegorz Czubski: comprensibilmente orgoglioso di essere stato assegnato dal suo Paese come Vice Comandante di una task force di eccellenza: tale e’ infatti risultata la BAP nelle verifiche di prontezza reattiva appena giunte da SHAPE, il Quartier Generale delle Forze Alleate in Europa. E per di piu’ in una missione NATO a fianco dell’Italia proprio qui a Šiauliai, che negli anni della Guerra Fredda fu uno dei piu’ importanti aeroporti militari sovietici.
A parte insomma i legami culturali, peraltro in progressiva valorizzazione anche sul piano diplomatico bilaterale come formidabile risorsa propulsiva del sistema-Paese – e’ proprio l’Italia che non piu’ tardi dell’anno scorso ha vinto, con l’Alenia Aermacchi di Venegono Superiore (Varese), una importante gara industriale internazionale per fornire alla Polonia 8 velivoli M-346 da addestramento avanzato. Con altri due in predicato, come possible acquisto ulteriore, previo ampliamento contrattuale.
Degno di nota e’ inoltre il particolare della crucialita’ strategica aero-spaziale di quest’area negi anni in cui russi e americani si confrontarono per circa mezzo secolo insieme ai rispettivi alleati nella reciproca dissuasione dall’apocalisse nucleare del sicuro annientamento reciproca, noto ai piu’ come Mutual Assured Destruction. Giusto a poche decine di chilometri piu’ ad ovest di (meno di un’ora di auto da Šiauliai). Subito dopo una toccante quanto semplice cerimonia religiosa internazionale sulla Collina delle Croci, a pochi chilometri dalla base guidata dal Colonnello Bertoli, ci e’ stato possibile visitare il poligono missilistico- nucleare sotterraneo di Plokštinė, che l’Unione Sovietica aveva progettato negli anni ’50.
Noto solo a pochissimi alti esponenti della nomenklatura moscovita, venne costruito nel 1960 in una fitta foresta (oggi eco-parco museale di grande bellezza paesaggistica, meta di turisti e scolaresche) in riva al lago di Plateliai. Di qui avrebbero potuto essere lanciati i temibili missili R 12 con testata atomica, capaci di raggiungere con il loro carico distruttivo sia le piu’ vicine Norvegia e Germania Ovest, che l’Inghilterra, la Spagna e la Turchia, che tutti gli altri Paesi dell’area mediterranea. Italia inclusa. Gli obiettivi venivano cambiati ogni 3 / 4 anni e i missili funo rimossi dalla base solo nel giugno del 1978.
Al momento, cio’ che piu’ turba l’immediata serenita’ delle popolazioni Estoni, Lettoni e Lituane (che in base all’art. 5 dell’Alleanza Atlantica, tutti i Paesi firmatari alleati devono difendere da qualsiasi minaccia o pressione) e’ l’impressionante numero di sconfinamenti i registrati nello scorso 2014 ad opera di aerei Russi. Queste intrusioni sono molto pericolose per il traffico aereo civile, specie se effettuate con il transponder disattivato (per impedire l’individuazione del codice del velivolo), ovvero senza aver comunicato i piani di volo. Detti episodi sono stati censiti come quadriplicati rispetto al precedente 2013, in un meticoloso rapporto divulgato dall’ European Leadership Network. Di pubblico dominio e’ anche l’aggressiva pressione di intelligence dispiegata a favore delle nuova strategia militare del Presidente Putin, che ha portato a clamorosi arresti di alti ufficiali di Paesi NATO, al momento sotto processo a Vilnius come a Varsavia, con l’accusa di aver ceduto informazioni sensibili in cambio di denaro.
Lo scenario pare insomma a tutti gli effetti quello di una nuova Guerra Fredda. Con il Cremlino che si sente minacciato nei propri interessi dalla presenza di Paesi aderenti alla NATO al suo confine, e gli Occidentali che rispondono ribaltando l’accusa, recriminando l’intensificata presenza militare russa non solo nell’area del Baltico, ma anche in quella dell’Artico ai confini di USA, Canada, Norvegia e Danimarca: in questo caso per via delle allettanti presenze di petrolio e gas. Al che vanno doverosamente unite le ancora controverse questioni connesse all’annessione della Crimea ed ai dolorosi avvenimenti in Ucraina.
In questo contesto si situa quindi la missione Baltic Air Policing tuttora in corso con i piloti intercettori al comando del Colonnello Bertoli: sempre pronti a decollare in pochi minuti (dai 5 ai 7 dal momento dell’allarme), per identificare e verificare le effettive intenzioni dell’aereo sconfinato (volutamente o per errore), nello spazio protetto dalle leggi internazionali. Il che e’ accaduto, anche nei giorni immediatamente a ridosso delle festivita’ di Pasqua. Per un numero che supera i 20 casi, solo da quando i piloti italiani sono in Lituania.
La sensazione che si percepisce al momento e’ quella di un dialogo tra sordi che difficilmente potra’ positivamente arrivare ad una svolta decisiva, a meno dell’accadimento di qualcosa di nuovo tra i vertici contendenti. E sembrano purtroppo ritornare attuali certe apprensioni dei momenti piu’ delicati degli anni di Guerra Fredda, quando la possibilita’ di un errore sia pure non voluto da parte di chiunque poteva e ancora puo’ far precipitare le gia’ forti tensioni.
Al Ministro degli Estri russo Sergei Lavrov, che a piu’ riprese ha gia’ stigmatizzato come un pericoloso errore a danno della complessiva stabilita’ europea quella che ai suoi occhi appare una indebita espansione della NATO verso i confini orientali del vecchio continente, per l’Alleanza Nord Atlantica rimane confermata la risposta della portavoce Oana Lungescu, secondo cui nessuna minaccia viene portata contro la Russia ed anzi sempre piu’ si continueranno a cercare relazioni costruttive con Mosca per difendere la sicurezza dei Paesi membri dell’Alleanza, coerentemente a quanto prescritto dal Diritto Internazionale.
Ed al segretario generale della NATO Jens Stoltenberg che incita i Paesi europei dell’Alleanza a spendere di piu’ nel settore Difesa, va accostato l’ammonimento lanciato negli USA dal Presidente della Commissione Difesa al Senato, John McCain che si spinge a dichiarare che, a suo avviso, la mancata presenza di forze statunitensi in appoggio alle missioni NATO nel Baltico in Paesi al confine con la Russia, significherebbe la stessa fine dellla NATO. Questo per via dell’impossibilita’ di effettuare una realistica deterrenza nei confronti di una sempre possible invasione imperialistica della Russia su suolo europeo.
E quando si comincia a parlare di posizionamento ed invio di truppe, sappiamo tutti che le prospettive di guerra si fanno sempre meno fredde. Per riscaldarsi sempre piu’ ed irrimediabilmente, se la saggezza non prevarra’ su improbabili rigurgiti di vecchie idee. Prima che incomincino a rigirarsi le scene peggiori di un bruttissimo film gia’ visto e che dovrebbe restare all’indice delle rappresentazioni proibite. Dove cioe’ e’ stato gia’ messo dalla Storia.
Pubblicato: 30/04/2015