GEORGIA TROULI CURA DUE MOSTRE DI ARTISTI GRECI
Dal 7 al 13 Luglio 2023 Medina Art Gallery presenta due mostre curate da Georgia Trouli nel cuore di Roma, la collettiva di artisti greci “Gaia – Terra” nella gallery di Via Angelo Poliziano 32-34 e la personale di Maria Papadopoulou “Spazi Eterni” nella gallery di Via Merulana 220.
L'opening event è stato Venerdì 7 Luglio 2023 alle ore 18:00 con la presentazione della curatrice.
Nella sugestiva cornice del Rione Monti, Colle Oppio, a due passi dal Colosseo, in quello che viene definito ormai il rione dei Maestri dell'immagine, famosi autori e registi del grande schermo come Mario Monicelli, Lina Wertmüller, Pier Paolo Pasolini, Mimmo Calopresti ed anche grandi pittori dal Caravaggio, il quale abitò qui nel rione Monti, ad Ettore Roesler Franz, il quale di Monti ha dipinto gli scorci nei suoi famosi acquarelli e l'Esquilino il triangolo della Cristianità romana, in due spazi espositivi distinti di Medina Art Gallery, Via Angelo Poliziano 32-34 e Via Merulana 220, dal 2017 ormai un punto di riferimento per l'arte contemporanea anche internazionale, il pomeriggio del 7 luglio sono state inaugurate due mostre pittoriche di artisti greci, entrambe curate da Georgia Trouli, Psicologa – Artista visiva – Curatrice.
Mostra collettiva “Gaia – Terra”, in Via Angelo Poliziano 32-34:
“La Terra, come divinità archetipica, come materia primordiale, la Terra come natura, come paese, come territorio, come non frontiera, come suolo, come luogo, come chiamata ad andare oltre, per l'oltre, il Terra come portatrice di acqua e vita, come campo di forza, come nucleo, come fuoco, come formazione costante, come trasformazione, come movimento, come aria, come elemento statico. La Terra nella sua bellezza più semplice e sublime, come pensiero, come contemplazione, la Terra come pianeta, la Terra nel suo più piccolo elemento – pietra, foglia, gocciolina – la Terra nella sua interezza, nelle sue parti discrete, nel non scontato , nella sua costante decostruzione e incessante riformulazione. La Terra al suo ritmo, nella sua inarrestabile rinascita” – Georgia Trouli.
29 gli artisti in esposizione:
Yannis Adamantides, Pelagia Androulaki, Sotirios Antoniadis, Makrina Chatzatoglou, Anastasia Chatzikontantinou, Vasiliki Deleri, John Demoulas, Athanasia – Iris Giaxidis, Ageliki Gioni, Μaria Gilrouraki, Gilda Frum, Thanos Karapoulios, Christina Katergiannaki, Stella Katergiannaki, Meropi Kiorpe, Ilia Matthaiopoulos, Konstantina Ntziavou, Stephania Pap (Stephania Papatrezi), Eleni Mparka, Dora Pasaloglou, Dora Pasaloglou, Marina Provatidou, Aggeliki Rountou, Violeta Salpea, Ranio Sarri, Vivetta Sarri, Tania Terpekli, Efi Verikiou, Georgia Trouli.
Mostra personale di Maria Papadopoulou, in Via Merulana 220:
"Spazi eterni di una continua ricerca, di un'anima che sa creare spazio, struttura e fluidità, decostruzione, astrazione e semplicità. Il fiume che tutto trascina si dice violento, ma nessuno chiama violenti i margini che lo arrestano" – Bertolt Brecht
Sostituendo la parola “violento” con la parola “intenso”, direi che quel verso di Brecht racchiude perfettamente l'opera di Maria Papadopoulou in tutta la sua idiosincrasia, come ho colto dal poco con cui abbiamo interagito. È un'artista, tra le altre cose, che ha vinto in se stessa l'impulso e il limite.
Opere che sono portali energetici, spazi emblematici e metafisici allo stesso tempo invitano lo spettatore ad aprire la propria visione, la propria coscienza, creando così per noi un passaggio nel meta-spazio di tutti gli spazi e nella geografia personale che Maria Papadopoulou ha creato attraverso la sua propria impronta digitale unica.
Una tavolozza intensa, strati di colore
caldi e vividi pieni di intensità e sentimento sono giustapposti a strutture spaziali più fredde e logiche e sovrapposizioni fluide. Tutti producono opere d'arte attraverso le quali vibrano la vita, il silenzio, l'assenza della forma umana, la ricerca di un altro spazio, l'invenzione di un passaggio, l'indagine sul meta-spazio e il tempo, l'aldilà e la coscienza, ciò che ha ancora per rivelarsi a noi attirandoci costantemente a sé.
I percorsi che seguirà, gli spazi che la conterranno, i luoghi che lei stessa riconosce e riscopre, la creazione di nuovi luoghi, gli spazi che deciderà saranno lasciati vuoti e gli spazi in cui immagina di vedersi, la costante curiosità per il viaggio, questo piacere senza l'aspettativa di una destinazione, la forza dello spazio intermedio, l'"alienazione" che porta principalmente alla trasformazione dinamica, la sua transizione verso altre fasi della vita e della creazione, il modo erotico in cui tutta la sua il lavoro ha così tanta carne, tale esplosività, tale unità, continuità e libertà nella loro resa su tela.
Tra le sue opere non rappresentative in questa mostra, ci sono due ritratti dipinti nel caratteristico stile astratto ed espressionista del creatore.
L'Anima, unica opera titolata della mostra, sta lì intera, punto di partenza, osservatore e bambino interiore di una coscienza che vuole, vede, cerca e insiste. E una seconda persona, in un altro lavoro con tutta la religiosità e la spiritualità direi di un'immagine dentro e fuori l'intensa topografia architettonica della mostra.
Maria Papadopoulou, per come la percepisco io, ha dentro di sé la stoffa dell'architetto e dell'artista poeta. Sa strutturare e decostruire così come sognare, sa cosa e fino a dove e come controllerà il suo campo, lasciandolo poi al fluire e al trascendere dei limiti, lasciandosi nel suo meta-spazio, l'atemporalità della creazione, gli spazi eterni in cui comunica con noi.
La mostra Spazi Eterni è – insieme all'aggiunta di nuove opere – una sintesi di dipinti di due precedenti mostre personali dell'artista, che avevano i titoli "Allotriosis" e "Metachoros" e si sono svolte in Grecia.
Georgia Trouli, Psicologa – Artista visiva – Curatrice
Pubblicato: 09/07/2023