IRAN: MIKE PENCE, " Gli iraniani sono pervasi dal medesimo sentimento antisemita che ha guidato i Nazisti "...
La Conferenza sulla stabilizzazione del Medio Oriente tenutasi in Polonia e la necessità di creare una cintura di sicurezza anti-Iran.
by Leonardo A. Losito
Varsavia. La redazione di Informazione Corretta ieri (sabato 16 febbraio) invitava tutti a meditare sul fatto che, fatta eccezione per La Stampa che si avvale del privilegio di uno scrittore e fine analista come Maurizio Molinari alla direzione, non si sono viste altre grandi firme (come le si chiamava qualche tempo fa) commentare le conferenze europee di Varsavia e di Monaco, caldeggiate dall'Amministrazione Usa in collaborazione con altri Stati arabi sunniti, Israele ed anche alcuni dell'UE, tra cui l'Italia.
Va bene che da noi in Italia majora premunt (sempre!). Specie stavolta -- si dirà -- con gli atti di Salvini, Di Maio e Conte in valutazione alla Procura di Catania ed alla Giunta per le immunità del Senato, che sul "caso Diciotti" voterà martedì 19. Nondimeno, è anche vero che dopo il ritiro di USA e Russia dal trattato INF, le questioni internazionali sono ridiventate calde da nuova guerra fredda, se si preferisce. E sia a Varsavia che a Monaco si sono dibattute questioni non secondarie per nessuno.
Qualche esempio? Prima di lasciare la Polonia, dove si è tenuta la tre giorni di Conferenza sulla stabilizzazione del Medio Oriente (ovvero Patto di Varsavia anti-Iran, come titolava appena un filino bombastically mercoledì 13 l'Huffington Post), uno statista americano di lungo corso come Mike Pence, oggi Vice Presidente USA, non le ha certo mandate a dire a chi deve intendere: "Gli iraniani sono pervasi dal medesimo sentimento antisemita che ha guidato i nazisti e compiono crimini motivati da quell’odio".
Parole chiare, dirette, che non si prestano a interpretazioni. Evidente sia la sferzata alla Repubblica islamica, che l'affermazione della linea americana sul tema: nessuno spazio per Teheran in Siria e nessuna interferenza nella regione. A Varsvia il summit ha posto sul tavolo la necessità di creare una cintura di sicurezza anti-Iran. Da parte polacca, si è evitato di enfatizzare le già profonde divisioni in seno all’UE, ma è chiaro lo sforzo di ricavare più protezione americana contro la Russia, auspicando anzi più militari a stelle e strisce specie al confine con Kaliningrad, dove la Russia di Putin schiera i temibili missili Iskander.
Si potrà a questo punto eccepire che questa coalizione anti-Iran giochi in parte contro l’UE, di cui pure la Polonia è membro, come lo è della NATO (anzi, tra i pochi in regola col pagamento delle quote di burden sharing). Sta di fatto però che l'UE com'è oggi, non è detto che sarà la stessa dopo le elezioni europee di maggio. E toccherà alla nuova coalizione di Strasburgo ed agli altri Eurocentri decisionali dirci come funzionerà il working group auspicato dal Ministro degli Esteri polacco Czaputowicz per combattere il terrorismo, aprendo un capitolo nuovo nei negoziati di pace israelo-palestinesi.
Sull'Iran, stessa solfa a Monaco: Mike Pence ha ribadito che Teheran punta all'Olocausto ed ha invitato gli europei a disdettare l'intesa nucleare con l'Iran. Mentre la Merkel rispondeva a distanza che su questo tema la Germania rimane della convinzione che l'intesa con Londra e Parigi sia pur sempre "un'ancora utile" per mantenere aperto un dialogo con l'Iran.
In proposito, sarebbe interessante capire, magari anche subito (cioè ad un centinaio di prima dei risultati delle elezioni europee), che ne pensano politologi ed esperti di trattatistica internazionale. Di cui in Italia certo non siamo mai stati a corto: più spesso che mai, finissimi, autorevoli e secondi a nessuno.
Per dirla tutta: vero è che l'UE è legittimata a tentare di tenere in piedi un accordo multilaterale con l'Iran anche senza gli americani, ma non è forse vero anche che è la presenza o l’assenza di una superpotenza che da sempre fa la differenza nei trattati internazionali? Oltre tutto, in attesa che l'UE diventi un player globale (ma lo vuole davvero, è realistico pensarlo?) nel mondo una superpotenza di ricambio, almeno per l’UE oggi non c'è. Ed è ragionevole credere che nemmeno potrà esserci domani. A meno di pensare alla Russia o alla Cina come ad un improbabile grande fratello.
I tempi cambiano, certo: in alcuni casi però, la Storia qualcosa da ricordarci e su cui meditare ce lo ha lasciato. Nel 1939 quando la Germania di Hitler scatenò la seconda guerra mondiale invadendo la Polonia (seguita di lì a poco dall'Armata Rossa di Stalin), oltre che a parole nessuno intervenne dall'Europa per provare a fermarli.
E ancora: quando il ghetto di Varsavia si ribellò a Varsavia nel 1943, con Ebrei in armi contro i Nazisti, nessuno andò ad aiutarli. E nel 1944, quando tutta Varsavia insorse contro l'occupante, ai piloti polacchi inquadrati nella RAF a cui fu obtorto collo concesso di muoversi da Brindisi per portare aiuti e rifornimenti ai loro compatrioti (una lapide oggi lo ricorda nell'aeroporto da cui partirono), gli alleati Russi cinicamente non permisero nemmeno di fare rifornimento per rientrare.
Come dar torto oggi a chi, sentendosi minacciato, cerca di difendersi ricercando alleati più affidabili di altri?
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